venerdì 22 dicembre 2017






Il mondo è per Ermete, un animale ragionevole ed immortale, mentre l'uomo è un animale ragionevole, ma mortale; vale a dire, corruttibile, che può subire corruzione. "Infatti" come dice Ermete "essendo il mondo immortale è impossibile che qualcheduna parte delle sue parti perisce, e la parola morte è vana. E come il vuoto, così il morire, non si trova in nessun luogo. Perciò noi non diciamo che, quando l'anima e il corpo dell'uomo si separano, qualche cosa dell'uno e dell'altro perisca o ritorni nel nulla.. Questo discorso può essere fatto anche a proposito delle bestie e di qualunque altra cosa; la sopravvivenza dell'anima umana può dunque essere paragonata a quelle delle molecole e delle cellule del suo corpo; e l'uomo è un essere mortale in quanto che dinanzi a lui si presentano alla morte del corpo varie possibilità. In tutti i casi vi è la parte suprema della coscienza, di solito nemmeno percepita dall'uomo, che non subisce variazioni e disgregazioni". La mente, che è la parte elevata, non è mai dannata, ma lasciando i suoi associati alla loro punizione, essa ritorna salva alla sua origine. Quanto allo Spirito, chiamato da Plotino, Anima razionale, essendo libero per natura è lasciato aderire all'una o all'altro; se rimane unito alla parte superiore, esso alla fine si unisce a "Dio"; se si deprava o perde merito, diventa un cattivo demone. Tutte le passioni, sensazioni e ricordi, questi restano con l'anima quando si sia liberata del corpo.
"La mente" dice Agrippa " poiché viene da Dio, ossia dal mondo Intelligibile, è immortale ed eterna; ma l'eidolon che esce dal grembo della materia e dipende dalla natura sub lunare, è soggetto alla morte e alla corruzione. L'anima dunque è immortale per la sua mente, longeva per mezzo del suo veicolo eterico, ma risolubile a meno di non essere restaurata nel veicolo di un altro corpo; essa non è dunque immortale senza l'unione con la mente immortale; l'eidolon o anima sensibile e animale, essendo tratta dal grembo della materia, perisce insieme al corpo quando questo si risolve, oppuree resta come "ombra" per un certo periodo di tempo e non partecipa affatto dell'immortalità a meno che essa non si unisca alla più sublime potenza. Quell'anima che si è unita alla Mente si chiama Anima Stabile e non caduca (Stans ae non cadens; ma non tutti gli uomini pervengono alla mente (Mens adepti sunto) e quelli che trascurano ciò, privati della mente, schiavi delle passioni e dei sensi corporei, simili agli animali irragionevoli, hanno lo stesso genere di morte, come Salomone affermò nell'Ecclesiaste: "La morte degli uomini e degli animali è la medesima" Tutti respirano allo stesso modo e non c'è superiorità dell'uomo sulla bestia. Per questi, l'unica speranza sarebbe la resurrezione come afferma l'ortodossia cristiana.

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